Giretto in Brasile

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Prologo (OT)

Prendete 5 pazzi, che decidono di fare una vacanza in Brasile. Uno di questi pazzi (io) si e' gia' bruciato quasi tutte le ferie per andare alle Shetland in moto durante l'estate (e non ha comunque nessun rimpianto per questo !). I 4 rimanenti pazzi riescono quindi a fare 15 giorni a zonzo dall'altra parte del mondo, vedendosi Rio de Janeiro e Porto Seguro prima che il quinto pazzo (io) li raggiunga a Salvador de Bahia per la seconda settimana di follie carioca il 3 di dicembre, anno del Signore 1999.

Il Brasile e' terra fantastica: il mare (l'oceano !) e' bellissimo, l'acqua calda al punto giusto, il sole onnipresente, le onde mai troppo grosse e brulicano di ragazzini che si divertono con il surf; le dune di sabbia si alzano impressionanti dietro le spiagge; la cucina e' insospettatamente ricca e gustosa; la frutta tropicale e' per me un'autentica scoperta, sia mangiata che "bevuta", con i meravigliosi succhi che si possono trovare ad ogni angolo di strada; la gente e' simpatica e allegra, piena di quella voglia di vivere e divertirsi che mille volte mi hanno raccontato e mi sono immaginato, ma che ora costantemente scopro negli occhi delle persone che incontro. Impressionante Bahia, citta' "nera' del Brasile, dove la vita e' musica, che non smette mai, per le strade, nei bar, nelle feste che si susseguono in continuazione, fino ad esplodere nel famoso carnevale. Il Brasile e' anche terra di forti contrasti, favelas immense a fianco di moderni centri commerciali; una sconcertante poverta' che molto spesso mette in forte disagio il "ricco" turista" europeo.

Sballottati tra queste e altre mille sensazioni i cinque pazzi di cui sopra visitano un bel pezzo della costa Brasiliana, spostandosi di notte con i pullman, raggiungendo Natal e Recife.

Evoluzione

Per una serie di eventi che non provo nemmeno a raccontarvi (orari dei voli aerei, spostamenti di partenze, cambiamenti di programma, etc), eventi mischiati alla cieca da un bizzarro destino, il quinto (io) dei pazzi si ritrova a percorrere in solitaria l'ultima tratta da Recife a Fortaleza con un pullman notturno che assomiglia piu' ad un frigorifero che non ad un normale mezzo pubblico vista la temperatura interna forzata dall'aria condizionata. Atterraggio a Fortaleza intorno alle 7 di mattina dell'11 dicembre, anno del signore 1999. Consultando la mia guida trovo una pensione non troppo lontana dalla spiaggia, e mi ci faccio traslare velocemente da un taxi. Doccia veloce (non c'e' l'acqua calda, ma tanto ci sono gia' 30 gradi e sono le 9 di mattina ... ), poi chiedo l'aiuto del simpatico tipo alla portineria dell'albergo (anche lui motociclista: la sua HONDA e' parcheggiata fuori dalla reception). Ho tutta la giornata a disposizione, poi domani ho il primo dei voli per il ritorno in europa alle 14:50. Ci sto' comodo ! Un paio di telefonate, ed eureka: non ci speravo molto, ma un noleggio auto per di piu' a poche centinaia di metri dal mio albergo affitta anche moto. Bingo !

Finale su due ruote

Preparo veloce uno zainetto "necessaire" con la cartina stradale, la salvietta da spiaggia e la crema protezione 20, e mi incammino impaziente verso la "Ceara Rent a Car LTDA". La' trovo Artur, come mi aveva indicato il tipo alla reception; e' molto simpatico, e parla anche un po' di inglese, una rarita' qui ! Ci vuole un po' di tempo per compilare il contratto, avere anche un casco integrale in affitto e un "ragnetto" per salvietta e zainetto, ma poi mi ritrovo in strada in sella ad una sfavillante HONDA Titan 125, 4 tempi, poco piu' di 2000 Km di anzianita'. Per la cronaca tutto mi costa l'equivalente di 14.000 Lire per la moto (24 ore) piu' 3000 Lire per il casco, con un chilometraggio di 120 Km (so gia' che sforero' ....), ma i Km extra mi costeranno 140 Lire l'uno.

Faccio 20 metri e mi fermo per tirare un po' il comando della frizione: e' incredibilmente lasco, quasi non stacca. Per il resto l'hondina non "vola", ma va benissimo per muoversi nel traffico della citta'. C'e anche da dire che praticamente l'HONDA Titan e' il sinonimo di moto la' in Brasile. Non si vede in giro nient'altro, a parte qualche rarissima Yamaha DT (Mai vista qui da noi ??? Non sono nemmeno riuscito a capire che cilindrata avesse). Quindi mi sento perfettamente integrato, e per di piu' non do' nell'occhio. Ad ogni modo e' troppo emozionante ! Ed e' anche pericoloso: la guida dei brasiliani non tiene troppo conto dei motociclisti, nel sorpassarti le macchine raramente si spostano verso il centro della strada, per di piu' l'asfalto non e' propriamente dei migliori, quindi devo fare MOLTA attenzione alla guida, almeno fino a che non sono fuori dalla citta', verso sud, dove mi aspettano centinaia di chilometri di spiagge e dune.

La strada corre all'interno, e' inizialmente a 4 corsie e passa attraverso sempre piu' rade abitazioni e centri commerciali. Anche il traffico gradatamente diminuisce, lasciandomi godere sempre di piu' il panorama e la sensazione di guidare una motocicletta in posti cosi' nuovi ed esotici. Finalmente, dopo Porto das Dunas, la vista si apre sul mare, fino a quel momento nascosto dalle alte dune.

Molto bella la spiaggia di Prainha, con alle spalle una laguna di acqua dolce; la' vedo arrivare a riva alcune barche di pescatori, sembra che non ci sia nessun turista in giro, e io mi faccio quasi scrupolo ad estrarre la macchina per fare qualche foto. La scena mi appare molto "vera": le barche sono appena state tirate in secca, a forza di braccia, sopra rulli di legno; ci sono alcuni capannelli di persone intorno, che osservano curiosi l'esito della pesca, mentre una miriade di onnipresenti ragazzini gioca spensieratamente nell'acqua. L'interminabile spiaggia finisce sulla punta di Iguape, che si protende nel mare appena piu' a sud.

Transito per il villaggio di Iguape non senza qualche timore: sono da solo in sella ad una moto che non conosco, per strada non ci sono quasi altri veicoli, il centro del paese e' lastricato, ma forse con un enduro avrei viaggiato in modo piu' confortevole. Le case che vedo passando sono il segno certo di una vita poverissima, non ci sono mobili all'interno, solo qualche amaca, i bambini (sono sempre tantissimi, e' impressionante) giocano per strada; qualche adulto e' seduto fuori della soglia o dormicchia al "fresco" del cortile, o sorseggia una birra sotto la veranda di qualche improbabile bar. Io devo stare attentissimo al fondo stradale irregolarissimo nonche' ai bambini, ai cani, alle galline, ai pulcini e anche a qualche sparuto tacchino, tutti impegnati nell'attraversarmi la strada all'improvviso. Mi dispiace di non aver fatto nessuna foto alle persone di questo e altri villaggi, ma un po' per paura (ero ben mimetizzato col casco integrale, ma le mie mani spudoratamente bianche sul manubrio mi tradivano) e un po' per rispetto non me la sono mai sentita di estrarre l'Olympus. Mi sfogo appena fuori dall'abitato, quando la strada sale sopra le dune per un tratto prima di svoltare verso la costa.

Scorrazzando cosi' per le dune arrivo fino alla spiaggia di Barro Preto. Anche questo e' un posto incredibile, con la sua bella laguna proprio dietro alla spiaggia. C'e' qualche turista in piu', ma poca cosa, e comunque nessuno europeo. Qui a inizio dicembre la "stagione" deve ancora cominciare, e' come andare in vacanza in Italia a fine giugno. Ci sono alcune baracche e chioschi in riva al mare, e tra quelli ne acciuffo uno decisamente fuori dal comune. Davanti alla baracca c'e' una grossa veranda dove sono ammucchiate le cose piu' strane: vecchi oggetti da rigattiere appesi e inchiodati in tutti gli angoli, il resto sono conchiglie raggruppate a formare ornamenti e pendagli, reti da pesca, damigiane, e tutto quello che di piu' strambo riuscite ad immaginare. Quando mi portano il pesce che ho ordinato scopro che i "camerieri" arrivano con una lettiga di legno dove sono stati sistemati i piatti mentre allegramente ci danno dentro con alcune sirene e cicalini incollati alle maniglie. Qui e' davvero carnevale tutto l'anno, quasi mi sono spaventato quando sono arrivati !! Il pesce e' mitico: si chiama "posta de gavala", ed e' praticamente un enorme trancio di qualcosa che somiglia ad una cernia, cotto nell'olio di cocco, con contorno di patate fritte, insalata di pomodori, cipolle e peperoni e un piattone di riso con fagioli. Una bottigliona di birra "Antarctica" lubrifica il tutto come si deve. Mentre mangio ci sono alcune scimmiette che gironzolano sopra la mia testa, tra le mille cianfrusaglie appese alla veranda. Dopo aver castigato il pesciolone, ho la fortuna di conoscere "l'artista" artefice di tutto questo: si chiama Dom Giovanni, e mi mostra orgoglioso il suo zoo di animali di legno ricavato da tronchi e radici che il mare ha abbandonato sulla spiaggia. Mentre mi allontano lo vedo impegnatissimo a spiegare ad alcuni avventori una serie di strani meccanismi, tipo un vecchio telefono, che sollevando la cornetta e azionando un interruttore nascosto, spruzza un getto d'acqua sull'incauto curioso e altre amenita' del genere, ce ne sono a centinaia, intravedo perfino la tastiera di un 3270 IBM ! Ho anche lasciato a Dom Giovanni un adesivo dell'IRI, che fara' bella mostra di se' in mezzo a tante stranezze, visto che il pesce era veramente buono e il locale certamente originale ! Nome ed indirizzo ? Eccolo:

Barraca energia Erotica, comidas praianas e sertanejas - passeios de: cavalo, jegue - quadriciclobanhos de: quenga, cuia, bica e piscina para criancas.

DOM Giovanni o xerife que prende, embriaga e solta. Barro Preto - Aquiraz - Brasil Tel. 370-1636

Cosi' e' copiato direttamente e integralmente dal biglietto da visita. Grazie a Emanuele e Maddalena per la traduzione:

Baracca Energia Erotica, cibo di mare e del Sertao (regione interna del Brasile, N.d.R.), passeggiate a cavallo, bicicletta (quelle a 4 ruote tipo quelle che si noleggiano anche in Romagna), piscina per i bambini. E qui la vera chicca: Dom Giovanni lo sceriffo che ti cattura, ti ubriaca e poi ti libera !

Ci avevo gia' messo una bandierina sfogliando la mia guida delle spiagge, poi al chiosco mi hanno confermato che e' un posto molto bello, quindi torno velocemente sulla strada principale per dirigermi verso la spiaggia di Morro Branco, una trentina di chilometri piu' a sud. Esattamente sul bivio dove dovrei svoltare a sinistra, verso il mare, incappo in un posto di blocco della polizia. L'incrocio era messo in un modo strano, e per di piu' non era indicato in modo chiarissimo (praticamente nessun cartello, ma e' praticamente la norma), quindi nell'attimo esatto in cui dovrei svoltare a sinistra, mi viene il tremendo dubbio che sto per imboccare la strada in contromano, e non vorrei proprio farlo sotto gli occhi della polizia, anche se la strada e' completamente deserta. Quindi rallento, mi guardo intorno, cerco di decifrare quel maledetto svincolo sudamericano, ma ormai e' tardi, non posso piu' girare; quindi vado lentamente e goffamente tra le braccia del simpatico poliziotto che fa esattamente quello che qualunque poliziotto del mondo avrebbe fatto vedendo un motociclista zigzagare da pirla come ho fatto io davanti ad un posto di blocco: mi paletta.

"Bom dia ....."

"Buongiorno, io sono italiano, la moto e' a noleggio; non parlo portoghese; dovrei andare a Morro Branco, la strada era quella la', vero ????"

Prima ancora che quello realizzi completamente gli ho gia' spiegato tutto ! Dopo il primo sguardo di smarrimento leggo entusiasmo nei suoi occhi, e con grande enfasi si mette a gesticolare e a spiegarmi la strada:

"Si, doveva girare la', faccia pure inversione qui, non c'e' problema (visibilita' ottima, ma in leggera curva con doppia riga continua,!!!!), poi quando finisce l'asfalto giri a sinistra e vada sempre dritto, 3 chilometri ed e' arrivato"

"Ah, grazie mille !". Poi la coscienza mi fa uscire un: "I documenti li ho tutti qui (indicando il ragnetto sulla sella con zainetto e salvietta), li vuole vedere ??"

"Vada, vada che non viene nessuno" (Sorrisone a 2000 denti )

Grande !

Morro Branco e' davvero un posticino da favola: ci sono alcuni chioschi giganti col tetto di paglia proprio in riva al mare, pieni come al solito di ragazzini; quelli che non sono al bar sono ancora in acqua a godersi le piscinette naturali che una scogliera a pochi metri dalla riva forma davanti alla spiaggia. Sulla destra, verso sud, la spiaggia continua per chilometri chiusa verso l'interno da falesie dai mille colori, che passano dal rosso intenso al bianco, illuminate gia' dalla calda luce di un sole quasi al tramonto. Anche qui come altrove e' possibile farsi scorrazzare con il dune-buggy per ammirare tutti gli angoli nascosti delle spiagge piu' belle. Io mi accontento di una passeggiatina non troppo lontano dalla moto, che non si sa mai; giusto per ricordarmi che fa ancora un caldo incredibile, soprattutto con il casco e i miei pochi averi da trasportare a mano.

Lasciato Morro Branco dopo un guarana' (immaginate una specie di chinotto in lattina), mi spingo ancora piu' a sud fino alla Praia do Fontes. Qui c'e' un villaggetto di pescatori veramente carino ed autentico, e ritrovo la scena dell'arrivo delle barche da pesca che avevo gia' incontrato a Prainha. Anche qui la spiaggia e' chiusa alle spalle da falesie multicolore tagliate da canyon da dove sgorga per poi buttarsi in mare l'acqua di alcune sorgenti. L'ambiente e' affascinante: la vita del villaggio ferve intorno alle barche da pesca, come sempre una folla di ragazzini gioca senza sosta sul bagnasciuga, alcuni rari bagnanti passeggiano sull'altro lato della spiaggia che sembra estendersi all'infinito mentre il sole si abbassa sempre di piu' dietro le falesie.

E' il momento buono: parcheggio la moto a vista e mi concedo un meritato bagnetto.

Quando sono asciutto sono ormai circa le 18:00, non riesco a raggiungere la spiaggia di Canoa Quebrada che tutti mi hanno descritto come imperdibile, peccato, ma sara' un'ottima scusa per ritornare ! Riprendo la strada per Fortaleza senza piu' deviazioni, mantenendo l'Hondina su un'onorevole velocita' di crociera di circa 100 Kmh. Bello sfrecciare con la moto attraverso questa vegetazione cosi' diversa, palme ovunque, qualche raro banano. Avvicinandosi alla citta' diventano sempre piu' frequenti le bancarelle che vendono frutta, e mi godo il rosso del tramonto che sono ormai quasi alla periferia di Fortaleza. Incrocio qua' e la' qualche altro dueruotista, tutti rigorosamente in sella ad una standardissima Honda Titan come la mia, cambia solo il colore !

Rientrando in citta' devo aumentare di nuovo il livello di attenzione tenendo conto del traffico e del fatto che ormai e' buio. Trovo ancora aperto l'autonoleggio, e riconsegno subito la moto, cosi' l'indomani non avro' impegni e potro' andare a prendere l'aereo in tutta calma e soprattutto non dovro' avere lo stress di lasciare parcheggiata l'Hondina davanti all'Hotel per la notte.

Il giretto mi costa la bellezza di 35.000 Lire (piu' o meno), piu' un 10.000 di benzina che ho messo strada facendo. Ho fatto all'incirca 270 Km, ma forse tra i piu' emozionanti che mi sia capitato di fare, e sicuramente i miei unici in Brasile. Confesso che sono arrivato a sera un po' stanco, perche' nonostante il caldo non sono piu' abituato a guidare tante ore senza un minimo di attrezzatura; avevo solo una camicia di jeans che ho usato a mo' di giubbotto, niente guanti, niente bandana, e, vista la qualita' della visiera, ho guidato quasi sempre col casco aperto, affaticando non poco anche gli occhi. Va be', per questo ho dovuto rinunciare a qualche ora della vita notturna di Fortaleza (che non e' niente male, devo dire), ma ne valeva la pena .... oh se ne valeva la pena ! Soprattutto ripensandoci ora, che qui ad Orino siamo a -2, per usare la Grigiona devo perdere almeno 20 minuti a bardarmi .... e sperare che non nevichi !!!!

Ma e' meglio non pensarci .....