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Parto giovedi' sera, 14/8/1997, con tutta calma verso le 18:30, in compagnia dell'amico Alberto che doveva inaugurare la sua nuova Transalp usata. L'aperitivo consiste nel passo del S.Bernardino e nel passo dello Spluga al tramonto, che ci mettono il giusto appetito. Arriviamo verso le 21:00 a Montespluga, ma non vedo le moto (non erano parcheggiate al solito posto perche' c'era una festa in paese ...) e non le vedo nemmeno fuori dal ristorantino solito: mo' vedi che con la fame che mi ritrovo devo andare a rincorrerli fino a Madesimo perche' hanno deciso di andare a mangiare la' ...

Il fogliettino informativo appeso fuori dalla porta della casa di SMario mi rincuora: siamo al solito posto, recita. Nascosti nella saletta mansardata al primo piano trovo tutti i soci: Gabriele e' gia' la' con SMario, Wally, Stefano e Ugo. Stento a crederci: sono volati solo alcuni antipasti, e cosi' riesco a partecipare in pieno a tutte le danze di bresaola, pizzoccheri (sto torturando Stefano ...), filetti e controfiletti, funghi e controfunghi, polenta cuncia e stracuncia, abbondantemente annaffiati, etc.etc.. Per assestare il tutto ci siamo piacevolmente concessi un doppio giro di grappe al barettino di fronte, cioe' tutto come da copione standard, e allora vado altre.

Passo la notte nella sala grizzly, ovvero in cucina, con materassino e sacco a pelo, da campeggiatore indefesso. Da quando si e' sparsa la voce che posso essere rumoroso nottetempo inizio a capire meglio cosa vuole dire l'apartheid (non ricordo come diamine si scrive, ma quell'"h" in quel posto li' non mi piace ...), chiamiamola emarginazione sonora.

La mattina dopo il cielo e' limpidissimo, si preannuncia una giornata grandiosa. In effetti e' uno spettacolo godersi i tornanti del Passo Spluga, le gole della Viamala, il passo dell'Albula (variazione piu' selvaggia e piu' corta all'itinerario previsto attraverso lo Julier), il passo del Bernina (splendida la vista sul ghiacciaio).

A questo punto avevamo gia' capito 2 cose:

1)Gabriele CBR power ha veramente power da vendere e ogni tanto ci regala la splendida musica dei suoi cilindri in allungo, mentre Ugo con la Suzuky 16 valvole gli fa il coro. Bella colonna sonora.

2) SMario e' partito col muletto, e con le sue note difficolta' di accensione. Quindi (se mai ce ne fosse stato bisogno) l'appetito non ci manchera' mai perche' dopo quasi ogni sosta aiutiamo a turno l'XL600R a partire tramite una sana spinta, spesso sotto il sole a picco. Meno male che la maggior parte delle soste avviene in cima ai passi. Anche questo fara' parte della colonna sonora di tutto il giro: immaginate un coro di simpatici accidenti.

Ed e' cosi' che arriviamo all'ora di pranzo affamatissimi in una Livigno affollata all'inverosimile per il giorno di ferragosto. Andiamo qua, andiamo la', la' e' bello, la' e' pieno, penso che tutti conosciate anche questa canzone, alla fine ognuno incontra il suo panino e la sua birra (acqua per Ugo). Cerchiamo di ripartire non troppo "pieni", ci aspetta lo Stelvio, e poi ci sara' occasione per rifarci.

Saltando di nuovo in sella dobbiamo salutare Gabriele, che deve essere sul lago di Garda nel pomeriggio, e decide di seguire un itinerario piu' diretto. Alla prossima !

Col pieno di benzina (una gioia farlo li' ...), lasciamo Livigno attraverso il tunnel (a pagamento: 8 Franchi/10K Lit) che ci scodella diretti nel parco nazionale svizzero dell'Engadina ,poi si va su per l'Ofenpass, e maciniamo anche i tornanti dell'Umbrail (molti dei quali sterrati) prima di arrivare in cima allo Stelvio. Sembra di stare ad un motoraduno: e' sempre cosi' d'estate, poi oggi la giornata invita, e in piu' e' ferragosto. Decidiamo di concederci una sana birretta (acqua per Ugo), ma piu' in giu', prima del caldo del fondovalle in un meno affollato barettino a Trafoi. Caldo e piantagioni di mele sono il sottofondo del trasferimento verso Merano.

Io non conosco molto bene Merano, ci sono solo passato un paio di volte, pero' la fama della sua birreria credo sia giunta quasi a tutti. Abbiamo anche la fortuna sfacciata di trovare 6 posti in albergo e a soli 200 metri dalla mitica FORST.

Una volta docciati, e' un vero lusso poter uscire a piedi per la cena. Nessuno (dei soliti) si tira indietro, e cosi' ordiniamo subito 5 litroni (acqua per Ugo), per ben cominciare aspettando gli stinchi alla griglia, gli arrosti, il pollo allo spiedo, le salsiccie, i bratwurst, i wienerli, etc. (Dimenticato qualcosa, SMario ?). Il tutto al fresco del giardinetto della birreria. Davvero un gran posto ... e meno male che siamo a piedi per il rientro in albergo.

Durante la notte piove un po', ma la mattina il cielo e' abbastanza sereno, dopo l'ormai classica spinta al muletto del SMario attraversiamo una Merano che sembra aver attirato quella mattina tutte le automobili della Germania. E' davvero una sofferenza guidare in mezzo a quel caos, ma appena usciti in Val Passiria il panorama comincia a confortarci: bellissimi posti ! C'e' ancora parecchio traffico, ma almeno la coda piu' tosta e' quella in senso opposto.

Escursione azzeccatissima per il passo del Giovo, giusto una puntatina a vedere com'e', e poi indietro, per salire di nuovo verso il passo del Rombo. Due perle di strade: festival del tornante e panorama ad ogni curva. Peccato che oggi ci sia molto traffico (piu' moto che macchine, devo dire), gia' abbastanza caos per non riuscire a godere pienamente della guida; ma d'altronde a ferragosto non si puo' sperare di trovare le strade vuote.

Scolliniamo in Austria, ed e' subito pedaggio: le alte strade di montagna la' se le fanno pagare: 65 AS/9K Lit in questo caso. Bella stradona verso il fondovalle, dove io entro in panico perche' il voltmetro della RS mi indica 0 V nell'impianto, ma per fortuna si tratta solo di un fusibile saltato. Avevo temuto per il generatore, che e' un componente a rischio nella mia moto, molto meglio cosi'. Sostituisco il fusibile all'imbocco della strada verso il Silveretta, e sto un po' meglio riacquistando l'uso dei fanali, frecce, clacson e STOP ! E' solo colpa mia: e' gia' da un po' che la FIAMM di sinistra si muove un po' e io continuo a rimetterla in posizione mentre vado quando smette di funzionare. Prima o poi dovevo fare un corto !

E a questo punto la grande assente rientra prepotentemente in scena: prima di pagare la tassa per il Silveretta (140 AS/20K Lit), tuoni, fulmini e cielo nero ci fanno capire che e' meglio mettere le tute impermeabili, anche se poi la pioggia non durera' a lungo. E' un peccato essere in cima al passo con un cosi' brutto tempo, iniziamo a scendere quasi subito, e la vista dell'arcobaleno ci consola appena appena per lo spettacolo che ci siamo persi. Bella strada comunque, anche col fondo quasi sempre bagnato.

Tornati in valle andiamo dritti verso Feldkirk, la Svizzera e il Liechtenstein: piu' lunga la parola dello stato. (Nessuna offesa per il principato). Al secondo tentativo troviamo posto in zona per la notte, e abbiamo avuto dalla nostra 2 circostanze fortunate:

La prima: seduti a tavola per la cena, quando la gentile cameriera ci ha chiesto cosa volevamo mangiare, in coro abbiamo esclamato la parola d'ordine: RÖSTI ! E facevano uno dei migliori rösti che io abbia mai mangiato; e vedendoci cosi' entusiasti ce ne hanno portato una seconda scofanata, in versione pancettata. Slurp. Il "contorno" e' stato quello solito, bratwurst, wienerli, salsiccia, speck, arrosti e fiumi di ottima Feldschlossen (acqua per Ugo).

La seconda: quella sera nell'albergo c'era una cena per un matrimonio, e cosi' abbiamo potuto assistere dal vivo a quello che succede ad un autentico matrimonio svizzero. Ne avete mai visto uno ? Per me era davvero il primo ! Merita una divagazione, a pennellate, stile Paolo Villagio:

Punti salienti in ordine sparso:

- Entrata in scena ad un certo punto di un gruppo che potremmo chiamare folkloristico, composto da circa 15 persone armate di percussioni, trombe e tromboni, fischietti e altri strumenti strani, tipo uno xilofono fatto a forma di lira, tutte vestite in modo carnevalesco/brasiliano che reinterpretano alla loro maniera (vi lascio immaginare) vecchi, nuovi e sconosciuti successi. Quarto d'ora indimenticabile. La sposa, Patricia, capiremo poi, fa parte di questo gruppo, che di solito si esibisce solo per carnevale.

- Colonna sonora affidata ad un duo musicale autenticamente svizzero, col quale facciamo un po' comunella, che conosce perfettamente tutto il meglio dell'italico turpiloquio. Intrattengono l'incredibile brigata tra un trenino (svizzero) e l'altro con il peggio del "liscio formato tirolese". La grazia dei ballerini in compenso e' perfettamente in stile con il loro elvetico abbigliamento. L'apoteosi viene raggiunta quando il duo entra in scena con il tavolino dei campanacci (mai visto fare "live"!) e il corno svizzero, quello lungo 3 metri con le mucchine e lo scudocrociato dipinti e che si appoggia al pavimento, per capirci. Riesco anche a provare il corno dietro le quinte, ma mi sa che bisogna essere proprio svizzeri per riuscire a fargli emettere dei suoni che non offendano il comune senso del pudore. Non sono nato abbastanza in quota per questo.

- Personaggio spudoratamente "svizzero" (qui nel senso piu' simpaticamente dispregiativo del termine), assolutamente tranquillo ed insospettabile che ad un certo punto in preda a non so quale metamorfosi si ripresenta vestito da suora sandalata (stazza >1 quintale) e in compagnia di altri improponibili chierichetti fa sbellicare per un buon quarto d'ora tutti gli astanti con un'intraducibile celebrazione in tetesco. Forse e' stato meglio non aver capito nulla: non ho una buona considerazione dello humor svizzero !

- Alla fine della celebrazione entra in scena uno scatolone dal quale esce un baldo giovanotto che si esibisce (che gioia) in un patetico streap-tease, quasi integrale. No comment.

- Cuoco italiano che mi risponde uno sconsolato "I so puglies" quando gli chiedo in inglese che strumento stia portando in sala mentre lui spinge una strana struttura portapiatti dalle retrovie.

Ci sono volute parecchie birrette per riuscire a seguire tutto cio' con la necessaria concentrazione, ma vi assicuro che ne valeva la pena, spettacolo unico: avrei pagato per assistere !

Io e Stefano, gli ultimi rimasti, guadagnamo i letti verso le due, dopo l'ennesimo quartino, mentre festa e danze continuano alla grande.

Piove molto durante la notte, e cosi' la mattina dopo il muletto del SMario ha bisogno di far prendere aria alla candela oltre alle solite spinte. L'estrazione della candela della XL600 non e' operazione delle piu' agevoli, ma noi siamo tipi ostinati. Con un bel ritardo e una bella sauna nelle tute alla fine riusciamo ad avere tutti i cilindri con la loro bella scintilla, e partiamo.

La strada costeggia un lago stando in costa, e il panorama non e' male, anche se il cielo e' ancora completamente coperto. Arriviamo piacevolmente all'attacco del Klausenpass: uno dei miei preferiti: antipasto di tornanti misti (alcuni veloci/alcuni stretti) in mezzo al bosco per il primo tratto da ingoiare tutti d'un fiato, seguito da un lungo pianoro in un bel vallone da sorseggiare come un sorbetto. Poi di nuovo tornanti piu' secchi e arditi con una bella pendenza tre le rocce verso il passo: il piatto forte, e, dopo aver scollinato, una strada in costa, scavata nella roccia a 3/4 di una ripida parete a strapiombo: il tiramisu' ! Per digerire la casa ha offerto una lunga serie di curvoni veloci in discesa verso Altdorf. Un autentico banchetto: non ho avanzato niente !

Sempre all'asciutto, ma sotto un cielo un po' grigio, continuiamo verso altre strade leggendarie (almeno per me lo sono ...). Cosi' scavalchiamo il Sustenpass (l'ultima volta mi era toccato tornare indietro per neve, ed era l'inizio di settembre !), il Grimselpass e il Furkapass. La zona e' un'autentica mecca per i motociclisti della zona e non, e poi lo spettacolo dello Steingletscher dal Susten e del Rhonegletscher (la sorgente del Rodano) dal Grimsel e dal Furka ripaga sempre del viaggio.

Scendendo dal Sustenpass la fame chiama, e troviamo il posto per affrontare l'ennesimo rosti mit bratwurst bagnato dalla solita birra (acqua per Ugo .... no ! Per Ugo si stava facendo tardi, e ci ha salutato per andare verso casa proprio prima del passo).

Giunti ad Andermatt, purtroppo devo lasciare anch'io la truppa per rientrare a casa non troppo tardi, e cosi' mi separo dal gruppo per salire sul passo del S.Gottardo ed entrare in autostrada ad Airolo. Rimango un po' male quando mi fermo in un'area di sosta dell'autostrada svizzera per togliere la tuta impermeabile, che indosso dalla mattina e non ne posso piu'. C'e' ferma una coppia con un Kawa targato VA, che mi chiede: "Hai preso acqua ? Noi arriviamo da Strasburgo e abbiamo sempre trovato sole e caldo !". Non si puo' avere tutto.

Gli altri non avevano molta strada in piu' di me da fare, solo un paio di passi: Oberalp e Lucomagno; ma sono sicuro che riusciranno a farmi rimpiangere anche quelle ultime curve che mi sono perso: aspetto i racconti di SMario.

Quanto a me, sono rientrato a casa soddisfattissimo: ho messo in tasca >1100 Km molto belli, ho colmato alcune lacune tipo il passo del Rombo e del Giovo che mi mancavano, ho aumentato sensibilmente la mia conoscenza sulle usanze e tradizioni dei vicini confederati, la compagnia e i generi di conforto sono sempre stati ottimi, la pioggia ha fatto solo qualche scroscio, ma in generale ci ha lasciato fare il nostro giro quasi sempre all'asciutto, direi un bilancio piu' che positivo. Inoltre 3 giorni e' il giusto limite per il fegato sottoposto ad una dieta tutt'altro che mediterranea.

Se possiamo definirlo il battesimo su strada degli IRI-NO, direi che miglior inizio non potevamo averlo ! Speriamo di continuare anche meglio. Grazie ragazzi !

Per vedere se siete stati attenti fino alla fine: che bevanda ha bevuto l'amico Ugo durante tutto il giro ? Il primo che risponde ha una Feldshlossen pagata da me. (Acqua se risponde Ugo).